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La digital servitization delle macchine utensili nell'industry 4.0

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Le macchine utensili svolgono un ruolo fondamentale nel mondo manifatturiero poiché le loro prestazioni influiscono in modo significativo sulla qualità del prodotto e sull’efficienza produttiva. Nell’era dell’Industria 4.0, il futuro delle macchine utensili è quello di essere caratterizzate da un livello sempre più elevato di accessibilità, connettività, intelligenza, adattività e autonomia, grazie al quale soluzioni digitali avanzate potranno diventare veri e propri servizi per gli end user 

In particolare, nel mondo manifatturiero, ma non solo, si sta assistendo alla trasformazione da “servizio per il prodotto” a “servizio per il cliente”. Il nuovo modello di business con il quale una fornitura diventa un servizio dedicato, meglio noto come servitizzazione (servitization), nasce infatti dall’evoluzione del concetto di servizio, che si è progressivamente trasformato, negli anni, da “supporto al prodotto” a “mezzo per differenziare il prodotto”, fino a diventare, oggi, il prodotto venduto. La vendita di servizi da parte dei produttori di macchine utensili è la tendenza dell’evoluzione del manifatturiero in corso, fortemente trainata dalla crescente richiesta da parte delle grandi aziende. La maggiore richiesta di servizi si spiega anche con la pervasività della digitalizzazione nell’industry 4.0. Nel settore machinery, la diffusione del digitale sta modificando i contorni delle fabbriche e arricchendo di contenuti e funzionalità le macchine utensili di ultima generazione. Una trasformazione che porta anche ad un cambio di mentalità degli OEM, verso l'adozione di nuovi modelli di business alternativi a quello della vendita tradizionale.  

Equipaggiate da un numero sempre maggiore di sensori, oggi, le macchine utensili sono in grado di fornire una enorme quantità di dati sulle loro prestazioni, che software di analisi convertono in informazioni dettagliate. Grazie a questo, un numero crescente di OEM sta sostituendo i contratti tradizionali con offerte di digital servitization capaci di soddisfare al meglio le richieste dei clienti e rendere più flessibili i loro processi, garantendo una maggiore produttività, il monitoraggio dei tempi di attività delle macchine, la manutenzione predittiva e per migliorare la qualità del prodotto. 


Digital servitization: un business in crescita, ma ancora da esplorare
   

La dimensione globale del mercato dei servizi industriali è cresciuta fortemente negli ultimi anni. Dai 35,24 miliardi di dollari del 2024 si prevede raggiungerà 44,05 miliardi di dollari nel 2028, con un tasso di crescita annuo composto (CAGR) del 5,7%.  

Nel periodo di previsione, l’espansione del mercato è attribuibile alla crescente domanda di sistemi di controllo distribuiti (DCS), all'espansione delle tecnologie dell'industria 4.0 e dell’Internet of Things (loT), all'integrazione dell'intelligenza artificiale (Al) e all'analisi dei dati nei processi industriali, alla maggiore attenzione alla manutenzione predittiva e al monitoraggio remoto.  

Per i produttori di macchine, la servitizzazione rappresenta una grande opportunità per aumentare il volume d’affari ma anche i margini, che in futuro saranno quasi totalmente generati dai servizi.  

Questo purchè la servitizzazione non venga intesa soltanto come un “pay per use” della macchina, ma piuttosto sia incentrata su un insieme ampio di servizi richiesti dal mercato, quali la manutenzione delle macchine, la schedulazione dell’impianto, il controllo remoto, la formazione, etc.   

Il tema è di grande importanza per i costruttori italiani di macchine utensili, non solo per il valore della produzione, che secondo le previsioni elaborate dal Centro Studi UCIMU, nel 2024, crescerà a 7.595 milioni (+0,5% rispetto al 2023), ma anche per l’incremento delle esportazioni, che si attesteranno a 4.070 milioni di euro (+6,4%). 

Una realtà di grande rilievo, per la quale, tuttavia, i servizi digitali rimangono una nuova frontiera ancora da esplorare. Secondo l’Osservatorio Digital Servitization nel settore machinery, infatti, attualmente solo il 2% delle imprese li propone ai propri clienti.


Servizi digitali e imprese: lo stato dell’arte in Italia
  

Quello della digital servitization rappresenta un business potenzialmente interessante per i produttori di macchine. Sempre secondo i risultati dell’Osservatorio Digital Servitization nel settore machinery, entro tre anni, l’offerta di servizi digitali risulterà determinante nelle scelte di acquisto dell’utilizzatore di macchinari per il 70% delle imprese che hanno risposto alla ricerca. Questa considerazione è ancora più forte tra le grandi imprese (92%).  

In particolare, per oltre la metà delle imprese del panel (55%), le tecnologie digitali aiutano a migliorare l'erogazione di servizi tradizionali. Il 53% dichiara di essere impegnato nello sviluppo di nuovi servizi, proprio grazie a queste tecnologie. Il 40% ha definito una strategia di crescita dei servizi digitali.  

Tuttavia, pur essendo le grandi aziende nettamente più mature relativamente allo sviluppo e all'offerta di servizi digitali rispetto alle PMI, l'adozione delle tecnologie digitali per l'offerta di servizi risulta comunque ancora limitata: le grandi imprese adottano mediamente 3,5 tipi di tecnologie digitali differenti a supporto dell’offerta di servizi, le PMI solo 1,5. Le più diffuse sono IoT, cybersecurity e cloud computing. Seguono: digital twin, realtà aumentata, Big data analytics, Intelligenza artificiale, additive manufacturing. Nettamente distanziata la blockchain. 

Ad oggi, infatti, l'attività di service si concretizza per lo più in servizi di tipo transazionale quali vendita di ricambi, consumabili e accessori che, a ben guardare, sono assimilabili alla vendita di prodotti (16%). Tra i servizi post-vendita vi sono anche quelli legati ad assistenza tecnica, formazione, upgrade e revamping, che rappresentano l'8% del fatturato totale.  

I servizi digitali e connessi, quali ad esempio la vendita di software, dati e connessione macchinari, rappresentano solamente l'1% del totale dei ricavi per le PMI. Anche per le grandi imprese questa attività attualmente ha un peso irrisorio, pari al 2% del totale. I modelli di vendita “as a service” del prodotto sono ancora in una fase embrionale di sviluppo. Sono offerti da quasi il 20% delle imprese intervistate, ma i ricavi che ne derivano sono trascurabili. Al momento, rappresentano più che altro casi di sperimentazione che il 35% degli intervistati dichiara però di voler implementare nel prossimo futuro. 

Dai dati emersi dalla ricerca, è chiaro che è urgente il bisogno di incentivare l’adozione di modelli di business innovativi e l’utilizzo strategico dei dati. Le aziende, in particolare le PMI, devono essere supportate e motivate a intraprendere il percorso verso la digitalizzazione e la servitizzazione, sfruttando le tecnologie emergenti, per creare nuovo valore e aprirsi a nuove opportunità di mercato. In questo contesto, è importante considerare il tema delle competenze, indispensabili ai produttori di macchine per ideare, abilitare e vendere servizi modificando l’attuale business model, oppure inventandone uno nuovo.  


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