La filiera del dato al servizio dei processi decisionali: ecco come i dati possono far crescere il business nella fabbrica 4.0.
Articolo realizzato con la collaborazione di Tommaso Rossi, Professore Ordinario di Impianti Industriali Meccanici presso LIUC – Università Cattaneo.
Il percorso di trasformazione da fabbrica tradizionale a smart factory non è facile e nemmeno veloce. Si tratta di un processo che implica una trasformazione vera nell’approccio al business dell’intera azienda: le tecnologie della fabbrica 4.0, infatti, sono in grado di produrre un’importante quantità di dati che possono dire molto sul modo in cui funziona effettivamente l’azienda stessa.
In quest’ottica, la cultura data driven diventa il valore fondante di una smart factory efficiente che utilizza la filiera del dato per migliorare i propri processi e attuare azioni concrete finalizzate a ottenere l’agilità produttiva.
Tutto questo è possibile attraverso un attento utilizzo del MES, Manufacturing Execution System, cioè il sistema informativo che gestisce la fase produttiva in azienda, dal dispaccio degli ordini al controllo dell’avanzamento della produzione, e che può diventare anche un prezioso alleato per raccogliere, analizzare e gestire i dati utili a implementare il processo di miglioramento continuo in fabbrica.
I sistemi MES oggi rendono possibile monitorare un elevato numero di variabili che riguardano il processo produttivo nel suo complesso permettendo, così, di effettuare analisi difficilmente eseguibili senza il loro impiego.
Grazie ai moderni sistemi MES, per esempio, è possibile
Attraverso questi dati, che vengono acquisiti in real time, il MES è in grado di guidare, rispondere e informare sulle attività dello stabilimento e dei singoli reparti produttivi, dando al management informazioni utilissime per ottimizzare e migliorare l’intero processo di fabbrica con l’obiettivo ultimo di raggiungere l’agilità produttiva.
In un contesto di questo genere, dove ogni macchina presente in fabbrica è in grado di produrre informazioni potenzialmente strategiche per il miglioramento dei processi, risulta sempre più importante essere in grado di analizzare e comprendere i dati che vengono messi a disposizione. A questo serve l’implementazione di dashboard di controllo studiate in maniera da rendere facilmente fruibile ogni dato per permettere di monitorare quello che succede sul campo in tempo reale.
In questo modo, si genera una vera e propria filiera del dato alimentata dalle macchine e analizzata da sistemi informativi avanzati, in cui l’uomo è la chiave per capire davvero quali sono le variabili utili a migliorare i processi.
Oggi più che mai, infatti, è indispensabile essere capaci di trasformare il dato in informazioni chiare e leggibili, in modo che la filiera del dato possa essere effettivamente strategica per far crescere l’intero business aziendale.
Avere a disposizione un elevato numero di dati e saperli leggere correttamente non è sufficiente a migliorare i processi di fabbrica. In un contesto in cui i dati sono potenzialmente infiniti, infatti, è indispensabile saper scegliere quali sono quelli realmente interessanti per l’azienda.
Proprio per questo l’azienda deve avere chiari gli obiettivi che vuole raggiungere, capire qual è la via per raggiungerli e individuare, tra tutti i dati prodotti dalle macchine intelligenti presenti in fabbrica, le variabili che compongono la formula con cui raggiungerli, gli indicatori che permettono di capire se l’azienda sta effettivamente lavorando bene. Solo così è possibile identificare i parametri davvero rilevanti, che possono essere diversi per aziende diverse, in risposta a obiettivi diversi.
A questo proposito, non si parla più di big data ma di right data: sono quelli che servono davvero alla smart factory per crescere e arrivare all’agilità produttiva o che la aiutano a soddisfare meglio le esigenze di chi compra i prodotti risultato del processo di fabbrica, generando valore aggiunto effettivamente percepito sul mercato.
Quando si parla di agilità produttiva ci si riferisce a un modo di gestire la fabbrica che tiene conto degli aspetti di efficacia, della qualità dell’output del processo, dei tempi di delivery e molto altro, per poter essere effettivamente rispondenti a quelle che sono le richieste del mercato rapidamente. In questo modo di intendere la smart factory, per garantire ottime performance è necessario che l’intero sistema logistico e produttivo sia correttamente dimensionato e flessibile, connesso e modulare, per la domanda a cui deve far fronte, per quella che è la vera richiesta del mercato in cui ci si colloca.
All’interno della smart factory sono due i momenti in cui è possibile intervenire sull’agilità produttiva dell’impianto:
E se ogni smart factory ha a disposizione dati da analizzare, a fare la differenza è il modo in cui il management così come gli operatori in fabbrica sono in grado di recepire le informazioni e trasformarle in elementi chiave per far evolvere la modalità in cui l’azienda si pone sul mercato e, di conseguenza, come produce e personalizza. È un cambio di mentalità importante che può far crescere il business, ma soprattutto necessario per fare evolvere l’industria manifatturiera e l’intero ecosistema socio-economico, rivedendo le logiche produttive in ottica di sostenibilità e flessibilità.