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Software Defined Automation: verso un nuovo paradigma di innovazione e creazione del valore

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La crescente domanda di personalizzazione dei prodotti e il confronto con altre potenze economiche su scala globale spinge le aziende a ricercare maggiore agilità e capacità di adattamento. In questo contesto, la Software Defined Automation emerge come un approccio rivoluzionario all’automazione. Questo paradigma permette non solo di ottimizzare l'efficienza operativa ma anche di integrare senza soluzione di continuità nuove tecnologie e processi.

Le tecnologie, tuttavia, non sono sufficienti. C’è infatti bisogno di un cambiamento culturale che porti alla revisione dei rapporti tra gli attori all’interno del mercato - da un approccio competitivo a uno collaborativo - e che metta al centro il ruolo delle persone. Di questo si è parlato nel corso dell’evento “Software Defined Factory: la nuova frontiera della Smart Factory”, che si è tenuto a Bologna il 19 novembre presso il Museo del Patrimonio industriale di Bologna. L’evento, organizzato dall’Industrial Innovation Lab, segna il primo passo della collaborazione tra il laboratorio e il Museo.

 

Comprendere la Software Defined Automation: vantaggi e sfide per l'industria del futuro

Attraverso una serie di interventi di esperti di settore, i partecipanti all’evento hanno potuto capire che cosa si intende per Software Defined Automation e quali sono i vantaggi di questo approccio all’innovazione.

A differenza delle soluzioni tradizionali di automazione, che spesso dipendono fortemente da hardware fisico e configurazioni manuali, l'automazione definita dal software permette una maggiore flessibilità e controllo, centralizzando la gestione e consentendo modifiche rapide attraverso aggiornamenti software piuttosto che modifiche hardware.
Il concetto di Software Defined Factory estende questa filosofia all'intera struttura produttiva, permettendo alle aziende di adattarsi rapidamente alle esigenze del mercato e di migliorare l'efficienza operativa. Una Software Defined Factory è un ambiente in cui tutti i componenti sono interconnessi e gestiti tramite software, consentendo un controllo granulare e una gestione ottimizzata delle risorse.

Esistono già numerose soluzioni di ecosistema disponibili per supportare le aziende nel loro percorso verso una Software Defined Factory. Queste includono piattaforme di gestione della produzione, strumenti di analisi dei dati e sistemi di controllo avanzati che possono essere facilmente integrati e aggiornati per rispondere alle mutevoli esigenze del mercato e degli utenti finali.

 

L'innovazione oltre la tecnologia: verso un'economia della condivisione e della centralità delle persone

Tuttavia, questo paradigma innovativo va ben oltre l’adozione di soluzioni tecnologicamente avanzate, ma richiede un approccio al mercato diverso rispetto a quello del passato.
“Il passaggio che occorre fare è da un’economia prettamente competitiva a un’economia della condivisione, con una ritrovata centralità delle persone che possono dare un contributo all’innovazione propedeutico alla riaffermazione del mercato europeo, che negli ultimi anni è stato messo fortemente in discussione dal predominio di Stati Uniti e Cina”, spiega Giorgio Ferrandino, Managing Director di Sew-Eurodrive Italia, azienda fondatrice dell’Industrial Innovation Lab.

E per attuare questo cambio di passo c’è bisogno di luoghi e opportunità di comunicazione e incontro tra i vari stakeholder del panorama industriale italiano. Ed è questo che offre L’Industrial Innovation Lab che, sin dalla sua fondazione, è impegnato in attività di promozione culturale finalizzate alla creazione di un ecosistema imprenditoriale sostenibile, rispettoso dell'ambiente e delle persone, per l'evoluzione dell'industria manifatturiera in Italia.

Una sinergia culturale per l'innovazione e il futuro industriale

La scelta della location dell’evento rappresenta questo impegno: proprio a Bologna, infatti, Sew-Eurodrive sta realizzando un ingente investimento che permetterà di creare un digital incubator all’interno del quale accoglie tutti gli stakeholder - istituzioni, università, startup e aziende - che vogliono compartecipare a creare un ecosistema di innovazione.

Ed è proprio su questa condivisa missione culturale – il Museo ogni anno ospita circa 950 scolaresche da tutta Italia, ma anche dall’estero – che si fonda la collaborazione con l’Industrial Innovation Lab. Un luogo di incontro, confronto e tradizione, con un focus su innovazione ed ecosistema.
“L’innovazione nasce non quando si hanno i soldi per farla, ma quando ci si organizza. Ecco perché più entità separate devono congiungersi: è l’organizzazione delle diversità che produce innovazione”, commenta Daniele Vacchi, Presidente dell’Associazione Amici del Museo del Patrimonio Industriale di Bologna.

Una collaborazione all’insegna del futuro, costruendo sull’esperienza e il know-how acquisiti nel tempo.
“Questo non è un luogo di raccolta di reperti storici, ma una collezione che attraverso la storia di industria locale permette di capire il significato industriale ed economico di tutta la regione”, aggiunge Vacchi.

Nel museo trova infatti spazio anche la “fabbrica del futuro”, un ambiente digitale che permette ai visitatori di approfondire le tecnologie che influenzeranno l’evoluzione della manifattura a livello mondiale.
Una collaborazione basata su valori condivisi, a partire dalla consapevolezza che la cultura è il substrato all’interno del cui costruire un percorso di rinascita dell’industria e dell’economia europea.


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