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Pensiero sistemico per lo sviluppo sostenibile, le strategie per le imprese

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Come un “ritorno al futuro”, il workshop di Industrial Innovation Lab dedicato al pensiero sistemico per lo sviluppo sostenibile ha portato al centro dell’attenzione diversi presupposti dell’economia, già analizzati in passato, che però oggi possono essere riscoperti e rappresentare le basi di un nuovo paradigma.

Giorgio Ferrandino, Managing Director di SEW-EURODRIVE, ha fatto gli onori di casa e introdotto l'incontro evidenziando l'importanza di adottare una nuova prospettiva strategica: quella dello sviluppo sostenibile e della servitizzazione per la costruzione di ecosistemi più efficienti.

Nel processo di transizione da vecchi a nuovi paradigmi, spesso sono le persone il nodo centrale: come ha sottolineato Stefano Anceschi, Ecosystem Development Consultant di Industrial Innovation Lab, perché il cambiamento possa essere attuato devono funzionare team e relazioni dentro e fuori l’impresa, a partire dal presupposto condiviso della sostenibilità delle persone e dell’ambiente, attraverso l’innovazione.


Il pensiero sistemico per la sostenibilità

È possibile pensare una crescita infinita su un pianeta che ha risorse finite? A partire da questo interrogativo fondante sono stati elaborati scenari in cui la crescita non può essere illimitata: la vera sfida, dunque, è la sostenibilità, su cui la crescita può fare leva in ottica sistemica.

Vittorio D'Amato, Direttore scientifico di Industrial Innovation Lab, ha ricordato che già negli Anni Cinquanta un docente del MIT, Jay Forrester, fondò l’analisi dinamica dei problemi, dimostrandola in vari settori, a partire dall’industria: si tratta di comprendere sistemi complessi utilizzando un approccio dinamico, non lineare.

Questi presupposti indicano che un cambio di paradigma sia evidente e necessario da tempo e che il pensiero sistemico possa essere la chiave di volta per una crescita davvero sostenibile.

IMG_2685Elena Tosca, Direttore di Industrial Innovation Lab, citando Margaret Wheatley ha ricordato come ci sia sempre meno possibilità di “buttare via”, perché il concetto di “via” in realtà non esiste: tutto fa parte di sistema complesso e unico in cui gli effetti di ogni azione si propagano nel tempo e nello spazio generando conseguenze di cui, spesso, si ha scarsa consapevolezza. Ecco perché è fondamentale un cambiamento culturale che punti sul pensiero sistemico per gestire questa complessità.

Che cos’è, dunque, il pensiero sistemico? “E’ quella metodologia - ha spiegato Elena Tosca - che, attraverso il supporto di strumenti e di un linguaggio specifico, ci permette di rappresentare in forma visiva l’insieme della variabili e delle relazioni che concorrono a determinare un certo fenomeno, di evidenziarne il comportamento nel tempo e di identificare possibili interventi e cambiamenti per ottenere il risultato desiderato”.

In questo senso bisogna ragionare in termini di interconnessione fra le parti, considerando le dinamiche senza limitarsi solo al presente e adottare una visione di lungo termine. Così, a partire dall'approccio manageriale, si può cambiare il paradigma da “ego sistema” a “eco sistema”, verso un pensiero sistemico per abbracciare la complessità e gestire lo sviluppo sostenibile attraverso la scienza dei sistemi complessi.


Ecosistema e innovazione          

Per sviluppare l'ecosistema, dunque, è fondamentale agire sull’innovazione, tenendo sempre al centro le persone che sono il driver di ogni cambiamento. A mettere in luce questi aspetti è stato Stefano Pampuri, Innovation Ecosystem Manager di TAG, che ha condiviso l’esperienza di Talent Garden: “Il nostro obiettivo è investire sull’ecosistema dell’innovazione, non restare chiusi nel nostro sistema - ha spiegato - per questa ragione puntiamo sul talento e sulle competenze quindi investiamo molto sulla community, che si basa su tre elementi: valore, cioè ciò che fa stare insieme la gente; persone, cioè creare un luogo in cui condividere esperienze; relazioni, cioè stimolare lo scambio di valori”.


Economia civile e sviluppo sostenibile

Nello sviluppo di un nuovo paradigma, la sostenibilità richiede anche un salto mentale, nuove parole e nuovi comportamenti. Silvana Carcano, Founder di Ethycon, ha sottolineato che anche per le imprese la collaborazione può sostituire la competizione, riprendendo le radici dell’Economia civile che, con Antonio Genovesi, è nata nel Settecento per poi lasciare il passo all’Economia politica di Adam Smith.

I principi, più che mai attuali, dell’economia civile si basano sul presupposto che, in natura così come nell’impresa, non esiste la crescita infinita ma lo sviluppo sostenibile. Inoltre, al bene totale, dato dalla somma dei singoli elementi che possono anche essere sia positivi, sia negativi e produrre comunque un risultato positivo, si sostituisce il bene comune, dato dal prodotto dei fattori per cui se anche solo uno di essi è zero, il totale non può essere positivo.

 “Le disuguaglianze stanno crescendo a livello globale - ha ricordato Silvana Carcano - e questa situazione ha conseguenze negative anche sulle aziende profit perché genera inefficienza nel sistema. Al contrario, come ha dimostrato il premio Nobel Elinor Ostrom, la gestione coordinata e cooperativa delle persone genera vantaggi più significativi e duraturi rispetto all’intervento da parte dello Stato o del mercato”.

Quali azioni possono intraprendere le aziende? Ad esempio, è possibile adottare in modo consapevole il bilancio integrato o la relazione di impatto ambientale, attraverso cui misurare i risultati ottenuti a 360° e il valore che genera ogni attività. Inoltre è importante considerare gli stakeholder in senso più ampio, secondo la teoria di Stefano Zamagni: monitorare quelli a bassa strategicità, consultare quelli a media strategicità e coinvolgere, fino a stringere anche partnership, quelli ad alta strategicità.

Citando Zamagni, che invita le imprese a “Dare senza prendere e prendere senza togliere", Silvia Carcano ha concluso: “E’ ora di passare dalla logica del profitto a quella dell’efficienza, dell’equità e della reciprocità”.


Il pensiero sistemico al centro di Industrial Innovation Lab

Il workshop si è concluso con un lavoro di gruppo in cui i membri del laboratorio hanno evidenziato il valore del pensiero sistemico nell’affrontare le sfide del futuro, eliminando le differenze fra i comportamenti fuori e dentro l’azienda a beneficio di una coerenza di azione orientata allo sviluppo sostenibile del sistema complesso dell’economia e della società.

Etica, formazione, cambiamento climatico, limiti, pragmatismo, gestione delle risorse, sensibilità, cultura e innovazione sono state fra le parole più citate dai partecipanti al workshop: “Il confronto sui problemi complessi che ci troviamo ad affrontare e sulle possibili soluzioni da adottare rappresenta il valore aggiunto di IILab - ha aggiunto Vittorio D'Amato, Direttore scientifico di Industrial Innovation Lab - momenti come quello di oggi sono essenziali per sviluppare intuizioni strategiche per la propria azienda e per fare innovazione a beneficio di tutto l’ecosistema”.


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