di Dottor Luca Tuporini – Ricercatore Associazione Italiana di Analisi Dinamica dei Sistemi - AIADS
L'innovazione è spesso considerata il motore della crescita aziendale e della competitività. Tuttavia, nonostante l'impegno e gli ingenti investimenti, molte aziende falliscono nel portare a termine processi di innovazione in modo efficace. Questo paradosso è ben illustrato dai dati riportati da Clayton Christensen, professore presso la Harvard Business School, secondo cui ogni anno vengono introdotti quasi 30.000 nuovi prodotti sul mercato, ma ben il 95% di essi non riesce a sopravvivere. Questa statistica non riguarda solo le piccole imprese, ma coinvolge anche multinazionali affermate, come dimostrano i fallimenti di progetti di innovazione di Google, Coca-Cola e Amazon.
Non si tratta solo di nuovi prodotti. Negli ultimi anni, con l’avvento dell’Industria 4.0, molte aziende hanno investito massicciamente in tecnologie digitali e strumenti avanzati per restare competitive. Tuttavia, l’adozione di tecnologie all’avanguardia, se non accompagnata da una solida base organizzativa e culturale, non garantisce il successo. Molte iniziative falliscono nella fase di implementazione, le tecnologie faticano a essere integrate nei processi aziendali esistenti o vengono percepite come incompatibili con la cultura consolidata dell’organizzazione. I modelli di lavoro innovativi, pur promettenti, possono risultare estranei al personale, generando resistenza interna e compromettendo l’esito dell’iniziativa.
La cultura aziendale è spesso la barriera principale che impedisce l’innovazione. Le aziende che hanno successo in questo contesto, come Netflix, non solo si adattano rapidamente ai cambiamenti del mercato, ma abbracciano il cambiamento come parte integrante del loro DNA aziendale. Netflix, ad esempio, ha più volte trasformato il proprio modello di business, passando da essere un distributore di DVD a un colosso dello streaming e, infine, un produttore di contenuti, mantenendo sempre la flessibilità come punto cardine del suo successo.
Un concetto interessante per comprendere l’innovazione a 360° è quello dell’organizzazione ambidestra. Secondo la letteratura accademica, un’azienda ambidestra è in grado di perseguire simultaneamente due obiettivi spesso in conflitto: l’efficienza operativa e la sperimentazione innovativa. Questo significa che le imprese devono saper gestire il presente con stabilità ed efficienza, mentre preparano il futuro attraverso la scoperta di nuove opportunità.
Questo ci porta a una conclusione cruciale: l'innovazione tecnologica o di prodotto, per quanto avanzata, non è sufficiente. Senza una struttura organizzativa adeguata e una cultura aperta al cambiamento, anche la più rivoluzionaria delle tecnologie può fallire. In altre parole, non è sufficiente introdurre la tecnologia: è necessario creare un ambiente aziendale che ne consenta l'adozione e l'integrazione. Ed è qui che entra in gioco l'innovazione manageriale.
L’innovazione manageriale si riferisce alla capacità di un’organizzazione di innovare i suoi modelli di gestione e leadership. Gary Hamel, uno dei più importanti consulenti manageriali al mondo e fondatore di Strategos, afferma che l'innovazione manageriale, più di ogni altro tipo di innovazione, ha il potenziale di generare un vantaggio competitivo sostenibile. Questo perché, al contrario delle altre forme di innovazione, è difficilmente replicabile e fortemente legata alla cultura aziendale. Negli ultimi 100 anni, le aziende che hanno saputo introdurre innovazioni manageriali significative sono riuscite ad ottenere una crescita notevole e a migliorare le loro performance in maniera duratura.
Ma cosa significa, concretamente, innovazione manageriale? Significa ripensare il modo in cui l'azienda è gestita, creando:
Un esempio di successo è quello di HCL Technologies, dove l’ex presidente Vineet Nayar ha introdotto un modello innovativo basato sul considerare i dipendenti al primo posto, ribaltando la tradizionale gerarchia aziendale. Questo approccio nel tempo ha fatto sì che l’azienda aumentasse la capitalizzazione di mercato di sei volte. In questo caso, l’innovazione non è avvenuta attraverso nuovi prodotti, ma attraverso un cambio radicale della struttura organizzativa, che ha consentito all'azienda di adattarsi più rapidamente ai cambiamenti del mercato.
Un altro esempio di successo è Oticon, un’azienda leader nella produzione di apparecchi acustici. Negli anni ‘90, Oticon ha introdotto la cosiddetta "spaghetti organization", un modello di gestione non gerarchico che incoraggiava la collaborazione e l’autonomia tra i dipendenti. Questo ha permesso all’azienda di innovare non solo i suoi prodotti, ma anche il modo in cui lavorava internamente, garantendo un adattamento più rapido ai cambiamenti tecnologici e di mercato.
L’innovazione manageriale, però, non è prerogativa delle grandi multinazionali. Un ultimo esempio interessante è quello di Buurtzorg, un’azienda olandese di assistenza domiciliare che, pur essendo una PMI, ha rivoluzionato il suo settore attraverso un modello di gestione decentralizzato e basato sull’autonomia dei team. Con un’organizzazione orizzontale, Buurtzorg ha eliminato quasi del tutto la gerarchia, favorendo una maggiore responsabilità individuale e un più rapido adattamento ai bisogni dei pazienti. Questo approccio ha portato a un miglioramento delle performance e della soddisfazione dei dipendenti, dimostrando che l’innovazione manageriale è possibile anche in contesti di dimensioni ridotte.
Se l’obiettivo è costruire un'organizzazione capace di innovare a 360° attraverso l’innovazione manageriale, come farlo concretamente rappresenta la vera sfida dei manager nei prossimi 10 anni. Analizzando i casi di successo, emerge chiaramente l'importanza di sviluppare una cultura aziendale orientata all’adattabilità e al cambiamento. Un'organizzazione troppo rigida, legata a processi e gerarchie obsolete, rischia di ostacolare l'innovazione, indipendentemente dalla qualità delle tecnologie o dei prodotti implementati. Un altro aspetto fondamentale è porre la persona al centro. A tal proposito, il recente rapporto "The State of the Global Workplace 2024" pubblicato da Gallup, mette in luce una problematica preoccupante: a livello globale, ben il 62% dei dipendenti si dichiara demotivato, una cifra che raggiunge il 94% in Italia. Questa demotivazione, secondo lo studio, è legata principalmente a due fattori: la solitudine e l'incertezza, emozioni che i dipendenti sperimentano regolarmente nell'ambiente di lavoro. È evidente che questo stato di cose non può perdurare e richiede un cambiamento profondo. Le aziende che riusciranno a contrastare questa tendenza avranno un vantaggio competitivo duraturo.
Per favorire un’innovazione che permei tutta l’azienda, i manager devono mettere in atto una serie di azioni strategiche e concrete. La prima, e forse la più importante, è quella di adottare un approccio orientato alla collaborazione e alla trasparenza. Molte delle difficoltà legate all’innovazione derivano infatti da una comunicazione inefficace tra i vari livelli dell’organizzazione. Una leadership inclusiva, che incoraggi la condivisione delle idee e dei feedback, è cruciale per costruire un ambiente dove le nuove idee possano prosperare e trasformarsi in iniziative di successo. Questo concetto è simile a quello della leadership trasformazionale, che enfatizza l'importanza di ispirare e motivare i dipendenti. Tale approccio si è rivelato particolarmente efficace nel promuovere il cambiamento culturale necessario per adottare nuove pratiche e tecnologie. In questo scenario, i leader devono saper bilanciare due competenze chiave: mantenere l'efficienza operativa quotidiana e, contemporaneamente, esplorare nuove opportunità.
Inoltre, la gestione del cambiamento deve essere affrontata in maniera strategica. Questo significa non solo fornire formazione continua ai dipendenti, ma anche preparare il management a gestire le resistenze interne. Un cambiamento radicale, come l’adozione di nuove tecnologie o modelli di business, richiede un processo di adattamento che non può essere lasciato al caso. Ad esempio, alcune aziende di successo hanno introdotto programmi di change management che prevedono una stretta collaborazione tra manager, dipendenti e consulenti esterni, senza badare alla gerarchia, allo scopo di facilitare la transizione verso nuove pratiche operative.
Il successo dell’innovazione manageriale dipende anche dalla capacità dei leader di guardare oltre il breve termine. In un contesto in cui i mercati cambiano rapidamente, una visione a lungo termine è fondamentale per non restare intrappolati in una logica reattiva. I leader devono essere in grado di anticipare le tendenze future, investendo oggi in competenze e risorse e modelli organizzativi che diventeranno cruciali domani.
Un altro elemento essenziale per l’innovazione a 360° è la costruzione di un ecosistema in cui l’innovazione non sia solo una prerogativa dei vertici aziendali, ma sia diffusa a tutti i livelli. Il fallimento è spesso visto come un segnale di debolezza, ma nel contesto dell'innovazione, esso rappresenta un'opportunità di apprendimento. Le aziende che vogliono prosperare nel lungo termine devono creare un ambiente sicuro dove il fallimento non sia stigmatizzato, ma visto come una parte naturale del processo creativo. Questo richiede una leadership che non solo accetti il fallimento, ma che lo gestisca in modo strategico, trasformandolo in una lezione utile per l’organizzazione. Aziende come Pixar e SpaceX sono celebri per aver costruito culture in cui il fallimento non è punito, ma analizzato per trarne miglioramenti continui. Altre aziende come 3M e Google, famose per le loro politiche di “tempo libero per innovare”, incoraggiano i dipendenti a dedicare una parte del loro orario lavorativo a progetti personali o idee innovative. Questo tipo di cultura, che premia l’autonomia e la responsabilità individuale, consente alle aziende di attingere a una fonte di idee creative che altrimenti potrebbero restare inespresse.
In un mondo in continua evoluzione, dove i cicli di innovazione sono sempre più rapidi e le tecnologie si sviluppano a un ritmo incalzante, le aziende non possono permettersi di fare affidamento solo su prodotti innovativi o strumenti tecnologici all’avanguardia. La vera chiave per una crescita sostenibile e competitiva risiede nell'innovazione manageriale: con l’obiettivo di rivedere continuamente i propri modelli di leadership, di incentivare la collaborazione e la creatività e di costruire una cultura aziendale aperta al cambiamento.
Bibliografia
Christensen, Clayton M. The Innovator's Dilemma: When New Technologies Cause Great Firms to Fail. Boston, MA: Harvard Business School Press, 1997.
Christensen, Clayton M. The Innovator's Solution: Creating and Sustaining Successful Growth. Boston, MA: Harvard Business Review Press, 2013
Report Gallup: https://www.gallup.com/workplace/349484/state-of-the-global-workplace.aspx
Fallimento Google Glass: Zuraikat, L. (2020), Google Glass: A Case Study. Perf. Improv., 59: 14-20. https://doi.org/10.1002/pfi.21919
Fallimento New Coke: https://www.history.com/news/why-coca-cola-new-coke-flopped
Fallimento Amazon Fire: https://time.com/3536969/amazon-fire-phone-bust/