In un mondo in cui le aziende faticano a fare sistema, è sempre più necessario riscoprire la collaborazione come driver di crescita strategico.
In un mondo in cui le aziende faticano a fare sistema, è sempre più necessario riscoprire la collaborazione come driver di crescita strategico.
Intervista a Elena Tosca - Direttore del Master in Meccatronica & Management (MEMA) Liuc Business School e Giosuè Cavallaro – Marketing Manager SEW-EURODRIVE.
Fare sistema è una delle cose più difficili per la maggior parte delle imprese, soprattutto se sono di dimensioni medio - piccole. Troppe volte, infatti, gli imprenditori vedono nei concorrenti degli avversari e non degli ipotetici alleati con cui costruire un percorso di cambiamento che sia positivo per tutti.
Questa visione rischia di diventare un limite importante per le PMI che hanno paura di condividere il proprio know-how e non si rendono conto che la collaborazione è un elemento fondamentale per velocizzare il proprio processo di crescita.
Attraverso il confronto, infatti, le aziende possono trarre importanti insegnamenti che permettono di evitare errori e velocizzare la propria trasformazione, non solo digitale.
Superando la visione individualistica in cui troppo spesso vivono, le imprese possono utilizzare le esperienze che arrivano da contesti esterni con cui, altrimenti, non sarebbero potute entrare in contatto, per dare un forte impulso all’innovazione all’interno della propria organizzazione.
In un contesto sempre più frenetico e in continuo divenire come quello attuale, le imprese hanno bisogno di cambiare prospettiva per poter fare davvero la differenza, in un processo di crescita che sia di beneficio a tutto il sistema.
Perché questo possa avvenire, le imprese devono basare la propria attività su principi guida ben precisi, capaci di favorire la crescita delle imprese, tra cui:
Soltanto le imprese realmente consapevoli di questi principi guida possono confrontarsi costruttivamente con le altre aziende per sfruttare nel modo migliore errori che gli altri hanno già commesso e portare l’intero sistema a un’evoluzione più veloce.
Per poter costruire un cambiamento in modo concreto, è indispensabile superare la paura dell’ignoto, andare in una direzione diversa da quella conosciuta e usare il confronto con gli altri come punto di partenza per costruire nuove esperienze positive.
Non è un processo facile per nessuno: cambiare vuol dire smettere di fare qualcosa che si è sempre fatto, rompere abitudini consolidate che sono le vie più brevi e semplici per fare le cose (ed ottenere, però, sempre gli stessi risultati…).
Ecco perché le imprese devono, prima di tutto, coltivare la cultura del cambiamento per creare un clima collaborativo che abiliti l’innovazione.
Superare la paura di compiere scelte sbagliate e affidarsi alle esperienze altrui per velocizzare il processo di trasformazione, quindi, è un atto di coraggio che non tutte le imprese sono disposte a fare, ma che è sempre più indispensabile per poter affrontare positivamente le sfide della rivoluzione 4.0.
Attraverso il confronto, è possibile sbagliare in ambiente protetto, con prove, test e prototipi che servono a tutti per costruire modelli di crescita nuovi.
È un cambiamento che deve avvenire prima di tutto a livello di management: l’errore è parte della crescita, ma finché si colpevolizza chi sbaglia, non si crea il clima giusto, dove le persone sentono di poter sperimentare e dare il proprio contributo alla crescita.
Proprio per questi motivi, i vertici aziendali devono avere le idee ben chiare su dove vogliono andare e, soprattutto, devono sapere che per raggiungere determinati obiettivi è necessario un cambiamento culturale profondo. Capire come ci si vede nel futuro è il primo passo per avviare la trasformazione.
La collaborazione tra aziende è un punto fondamentale su cui lavorare per poter far evolvere l’intero sistema socio-economico senza lasciare indietro nessuno, ma anche la collaborazione tra aziende e mondo accademico si rivela strategica in questo processo: università e centri di ricerca possono offrire vantaggi, competenze, metodologie e modelli a cui altrimenti le PMI non avrebbero accesso. Il mondo accademico, attraverso la ricerca e la sperimentazione, può aiutare le imprese a creare percorsi nuovi attraverso il confronto con modelli di riferimento esistenti. Senza considerare la sinergia con i giovani e i talenti più promettenti, che un domani saranno le persone che continueranno a fare la differenza nella propria azienda e che, sin da oggi, vanno ascoltati per capire le esigenze di un contesto ormai in costante evoluzione.
In un mondo in cui tutti si sentono in competizione, il confronto e la condivisione possono diventare i punti chiave capaci di fare evolvere gli equilibri aziendali, per far nascere nuove opportunità per tutti. Prima si inizia a lavorare insieme per un obiettivo comune, prima è possibile giungere davvero a un’evoluzione positiva per il sistema socio-economico di cui le aziende in ambito industriale sono protagoniste.