Articolo redatto grazie all'intervista a Eva De Col, Procurement, Facilities & Sustainability Manager di SEW-EURODRIVE.
La sostenibilità è un tema sempre più sentito, dalle aziende e dai consumatori. Allo stesso tempo, però, è anche uno dei temi maggiormente inflazionati, uno di quelli di cui spesso si parla a sproposito, anche solo per cavalcare un trend che, in realtà, è estremamente serio.
Oggi, infatti, il concetto di sostenibilità è sempre più al centro dell’attenzione delle aziende che si impegnano davvero per ridurre il loro impatto sul Pianeta e delle persone che hanno a cuore il benessere sociale del loro stile di vita.
Proprio per questo le imprese che lavorano in maniera realmente sostenibile devono imparare anche a comunicare questo loro plus nel modo giusto. L’obiettivo è quello di costruire una reputazione solida che esprima appieno il loro DNA sostenibile. Ma come riuscirci?
Ne abbiamo parlato con Eva De Col, Procurement, Facilities & Sustainability Manager di SEW-EURODRIVE, per identificare i tratti fondamentali della comunicazione della sostenibilità in azienda.
Le imprese nascono per creare valore, benessere e profitto, ma per continuare a farlo nel tempo è necessario adattarsi alle esigenze del mercato.
In un mondo che corre veloce, come quello attuale, cambiano altrettanto velocemente anche i parametri che li individuano.
Il consumatore di oggi, infatti, è sempre più attento alla sostenibilità e lavorare su questo fronte, per le aziende più avvedute, vuol dire lavorare per soddisfare le esigenze del proprio utente.
In ottica futura, quindi, questo vuol dire inevitabilmente porsi l’obiettivo di creare valore e benessere a lungo termine, affinché le generazioni a venire possano almeno mantenere le condizioni di vita attuali.
La sostenibilità si basa su tre pilastri fondamentali: la sostenibilità economica, la sostenibilità ambientale e la sostenibilità sociale.
In un momento in cui il greenwashing è all’ordine del giorno, è indispensabile porre in essere azioni sostanziali lungo tutte queste direttrici affinché un’azienda possa risultare effettivamente credibile nella sfida alla sostenibilità. Non c’è sostenibilità se non c’è un ambiente di lavoro che favorisce la crescita delle persone, se non c’è un processo produttivo snello in grado di ridurre sprechi e inefficienze e se non c’è attenzione per l’impatto sul territorio che ospita l’azienda.
“È la concretezza che crea la reputazione - dice a questo proposito Eva De Col – e per essere credibili è importante che ogni singola risorsa sia coinvolta in una crescita sostenibile. A partire dalle persone, passando per le fasi di ricerca e sviluppo fino ad arrivare al prodotto finale. La sostenibilità è composta di fatti e non di parole, e si conquista solo se è abbinata ad azioni concrete che dimostrino l’impegno dell’azienda nella sostenibilità.”
Chiunque sia coinvolto nel processo aziendale, quindi, ha un enorme potere nello sviluppo sostenibile delle imprese. È questione di senso civico e di responsabilità: l’azione nasce dal singolo, è compito poi delle organizzazioni fare in modo che gli sforzi trovino spazio e risorse all’interno dell’azienda.
In un contesto in cui comunicare ciò che si è e ciò che si fa è sempre più essenziale per ogni impresa, comunicare la sostenibilità diventa imprescindibile: nel mercato attuale, infatti, il consumatore è sempre più attento a selezionare aziende che siano sostenibili e che siano portatrici di valori positivi in cui si riconosce in prima persona.
Per farlo, servono indicatori certi e condivisi: il bilancio di sostenibilità ne è solo l’esempio più comune, ma ci sono anche altri strumenti che possono essere d’aiuto in questo.
L’Unione Europea, per esempio, sta discutendo dell’opportunità di inserire obbligatoriamente nei documenti di fine esercizio le valutazioni del report di sostenibilità, come parametro per la valutazione delle aziende ed è molto utile a questo scopo anche il Global Reporting Index, composto da indici numerici che permettono di valutare in modo univoco la sostenibilità di ogni singola impresa.
SEW-EURODRIVE, per esempio, lavora in maniera sostenibile già da anni ma, a partire dal 2021, ha deciso di avvalersi del bilancio di sostenibilità come strumento di rendicontazione non finanziaria per certificare le proprie azioni.
“Le nostre soluzioni tecnologiche puntano al risparmio energetico e al miglioramento delle condizioni di sicurezza per i nostri dipendenti ma anche per i nostri clienti – ha detto Eva De Col – e proprio per questo abbiamo scelto di iniziare a rendicontare la nostra esperienza con uno strumento così importante, prima ancora che diventi obbligatorio. Da sempre siamo attenti alle persone e alle loro condizioni lavorative. l’abbiamo sempre fatto ma l’abbiamo formalizzato solo quest’anno per anticipare l’evoluzione del mercato internazionale.”
In un momento in cui parlare di sostenibilità è di moda, essere veramente sostenibili è una scelta di campo importante. Vuol dire mettersi in gioco davvero, essere trasparenti verso il proprio mercato di riferimento e creare valore condiviso con le persone che trovano nell’azienda un modo di essere affine al proprio. Ecco perché comunicare ciò che si è e ciò che si fa è sempre più essenziale.