Intervista a Franco Zannella, Innovation Technology Manager, SEW-EURODRIVE Italia.
Da secoli, la fabbrica è il cuore di ogni azienda produttiva, il luogo in cui il lavoro dell’uomo e delle macchine si unisce per trasformare materie prime e semilavorati in prodotti finiti, pronti per essere venduti sul mercato. E se la sua funzione rimane invariata attraverso la storia, il suo funzionamento evolve giorno dopo giorno per mantenersi al passo con le richieste dei clienti e con le nuove tecnologie.
Oggi le fabbriche sono luoghi all’avanguardia, dove computer, robot e uomini lavorano in maniera connessa e digitalizzata per abilitare un nuovo concetto di innovazione che punta a efficienza e sostenibilità, sia ambientale sia economica.
Tutto questo è possibile laddove le macchine sono in grado di connettersi tra di loro, di dialogare attraverso gli stessi standard e di comunicare con i sistemi informativi aziendali in maniera rapida e condivisa.
Valutare la sostenibilità di una fabbrica evoluta e digitalizzata in termini economici e produttivi vuol dire prendere in considerazione il Total Cost of Ownership, cioè il parametro che valuta il costo totale di possesso della tecnologia in azienda e che si compone sia dei costi fissi che si sostengono per l’acquisto di nuove tecnologie (dal costo di acquisto agli interessi) sia di tutti i costi variabili che l’azienda sostiene per l'utilizzo dei macchinari stessi (dalla loro manutenzione alla formazione degli addetti che li utilizzeranno).
La sostenibilità di una fabbrica digitalizzata, quindi, non è soltanto questione di prerequisiti tecnologici. Passa anche attraverso la capacità di fare evolvere le competenze delle persone e l’attitudine ad una crescita rispettosa dell’ambiente.
Introdurre in azienda soluzioni di factory automation e di automazione di macchine digitalizzate permette di aumentare la flessibilità di uno stabilimento produttivo o di assemblaggio, riducendo gli sprechi di tempo e migliorando la qualità dei processi. Allo stesso tempo, la digitalizzazione degli impianti consente di ridurre il consumo energetico e le emissioni inquinanti, rendendo di conseguenza una fabbrica più sostenibile. Questo permette, da un lato, di produrre a costi più bassi e, dall’altro, di garantire un processo produttivo meno impattante sull’ambiente.
L’obiettivo di qualsiasi azienda, infatti, è quello di aumentare l'efficienza energetica attraverso l’adozione delle misure necessarie a ridurre i consumi energetici nell'automazione, anche per rispondere alle crescenti richieste dei clienti.
Le nuove esigenze del mercato, infatti, stanno profondamente modificando il layout delle fabbriche verso l’utilizzo di moduli più flessibili, un aumento dell’automazione e l’adozione di strutture meno rigide. Anche la gestione dell’energia, quindi, deve procedere di pari passo, attraverso sistemi di controllo che permettono di monitorare la potenza di rete, i meccanismi in cui le risorse vengono sprecate e quelli in cui possono essere ulteriormente ottimizzate, garantendo la piena trasparenza dei dati della rete e del consumo energetico.
L’efficienza energetica del sistema fabbrica così gestita, si traduce in processi più affidabili e minori costi di fornitura elettrica: un risparmio per l’azienda in termini economici che migliora anche le performance produttive e risponde alla crescente richiesta di sostenibilità da parte del mercato. Oggi come oggi, infatti, l’impatto ambientale delle industrie manifatturiere è un fattore capace di orientare le scelte di acquisto da parte del consumatore finale, che sarà orientato più facilmente verso la scelta di aziende rispettose dell’ambiente, a basso impatto energetico e attente alla sostenibilità dell’intero processo produttivo.