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Lovato Electric s.p.a: le persone al centro da 4 generazioni

Scritto da Industrial Innovation Lab | 8-set-2022 7.00.00

Leadership partecipativa e sostenibilità, miglioramento continuo e spinta all’innovazione: sono gli assi lungo cui si sviluppa, da più di 100 anni, Lovato Electric S.p.a.

Alla quarta generazione della famiglia alla guida dell’azienda, Lovato produce componenti elettrici per l’automazione industriale e l’efficientamento energetico a Gorle, a pochi passi da Bergamo. Ha 15 sedi estere e 90 importatori. Grazie a 330 dipendenti (550 considerando le sedi internazionali), sviluppa 110 milioni di fatturato, segnando una crescita del 40% rispetto allo scorso anno.


Verso il miglioramento continuo

Non solo numeri, Lovato è un’azienda che mette al centro le persone: “Da noi c’è una costante tensione al miglioramento - spiega il CEO Massimiliano Cacciavillani -, a tutti i livelli, il nostro approccio è di confrontarci con gli altri, guardare a chi fa meglio di noi per poter crescere ancora di più. Il mio compito è riuscire a mettere tutti nelle condizioni di esprimere al meglio se stessi, aumentando la motivazione personale e il successo dell’azienda”.

Lovato è stata fra le prime aziende in Italia ad ottenere la certificazione ISO 9001 nel ‘92, a cui si sono poi aggiunte la ISO 14000 e ISO 50001 e la ISO 45001. Per la prima volta, quest’anno, realizza anche il Report di sostenibilità.


Come valorizzare le persone e il loro know how

“Alla Lovato ci conosciamo tutti, cerchiamo di creare un clima positivo: qui è possibile seguire l’intero ciclo di produzione, dal progetto al prodotto finito. In questo modo le persone possono sviluppare una comprensione molto più ampia di come funziona un’azienda” spiega il CEO. Questa opportunità aiuta le persone ad essere più motivate e ciò favorisce la condivisione e la circolazione di informazioni in modo più rapido.

“Durante le crisi 2008/2009 e del 2020 non abbiamo fatto cassa integrazione - spiega Cacciavillani -. Come famiglia, abbiamo scelto una strategia che ha un orizzonte a lungo termine, che si basa sulla solidità aziendale e che ci permette di fare questo tipo di scelte: il nostro obiettivo è creare un’organizzazione che possa resistere alla prossima crisi. Il profitto è fondamentale ma il patrimonio del know how è inestimabile”.

Diamo spazio ai giovani - prosegue il CEO - la nostra sfida sarà tenerli. Storicamente abbiamo un turnover bassissimo, ora però per i giovani entrare in un’azienda e rimanerci non è più un’aspirazione. Cerchiamo di creare un ambiente stimolante per trattenere i talenti, ma non è facile. Con lo smart working, poi, la concorrenza non è più solo locale ma anche nazionale, se non internazionale”.

Un altro plus dell’azienda è la Lovato Academy, il programma formativo aziendale che propone corsi diversi per supportare la necessità di competenze aggiornate nei diversi settori tecnologici.


Le due anime di Lovato: industry 4.0 e sostenibilità

La spinta all'innovazione è una costante nella storia dell’azienda, fin dal 1922, anno della fondazione. Negli anni ‘70 si è sviluppata anche la produzione di prodotti di tipo elettronico e, oggi, l’azienda si declina in due principali attività.

La prima è la produzione di componenti elettrici in bassa tensione per l’automazione di macchinari industriali, un mercato vastissimo, che presenta molte applicazioni nell’ambito industry 4.0.

La seconda guarda alla sostenibilità grazie alle soluzioni per l’efficientamento energetico. “Sono entrambi mercati in espansione - spiega Cacciavillani - la nostra sfida è continuare ad essere competitivi in due mercati molto attraenti”.

L’organizzazione aziendale è modellata sugli strumenti digitali, con la ricerca di un’efficienza importante sia dal punto di vista organizzativo che nel rapporto con il cliente.

“Abbiamo un laboratorio di Ricerca e Sviluppo interno, certificato da un ente esterno, che ci permette di fare in casa importanti test per lo sviluppo dei nostri prodotti - spiega il CEO - dalle prove di compatibilità elettromagnetica, ai cortocircuiti, alle tavole vibranti, al sovraccarico…”.

Inoltre in Lovato la realizzazione dei classici prototipi sta lasciando il passo alla simulazione dei modelli digitali: “Grazie ai nostri asti CAE possiamo simulare il funzionamento dei nostri prodotti. Possiamo inoltre produrre schede elettroniche prototipali internamente - prosegue Cacciavillani -  e disponiamo anche di un tomografo industriale per fare metrologia e controlli qualità (es. verificare la presenza di bolle d’aria nei pezzi di plastica o verificare la posizione dei componenti nella scheda elettronica). Il tomografo ci permette di fare un controllo dimensionale su un pezzo complesso in 20 minuti che, di solito, richiederebbe due giorni di lavoro da parte di personale esperto. Inoltre, produciamo internamente gli stampi per la realizzazione dei nostri pezzi plastici”.

Il catalogo di Lovato comprende circa 20mila codici di prodotto finito.


Poliedrica come una multinazionale, reattiva come una pmi

“Non siamo una multinazionale, ma non siamo neanche una media azienda locale e con un pacchetto prodotti limitato: cerchiamo di mantenere le caratteristiche delle aziende più piccole (reattività, velocità, flessibilità) e acquisire quelle delle aziende più grandi (un catalogo ampio di prodotti tecnologicamente molto avanzati). Su questo equilibrio si gioca la nostra sfida per il futuro” aggiunge Cacciavillani.

Nei suoi cento anni di storia, infatti, Lovato ha sempre voluto investire, dotandosi della tecnologia più avanzata, sul modello delle multinazionali. Allo stesso tempo, però, può contare sul vantaggio caratteristico dell’impresa media: la velocità nella risposta, la flessibilità nell’adattarsi al cambiamento e la reattività nei confronti delle variabili del mercato.

Fare parte di ILAB - conclude il CEO di Lovato - significa per noi poterci relazionare con altri imprenditori e con il mondo dell’università per considerare insieme le problematiche comuni e confrontarci sugli scenari e sulle possibili soluzioni. Rappresenta quindi un vantaggio importante in questo momento storico, altamente incerto”.