Industrial Innovation Lab

Fandis: un futuro con più internazionalizzazione e digitalizzazione

Scritto da Industrial Innovation Lab | 13-apr-2022 9.40.00

Quali sono le priorità di sviluppo che si possono individuare per i prossimi cinque anni? Rispondere a questa domanda, oggi, è un’impresa particolarmente ardua data la complessità degli scenari internazionali e l’elevata incertezza delle prospettive. Fandis S.p.A. prova a farlo, grazie alla volontà di guardare avanti e confrontarsi all’interno dello stimolante contesto dell’Industrial Innovation Lab.

"Internazionalizzazione, digitalizzazione, attrazione dei talenti e sostenibilità: queste sono le coordinate su cui stiamo orientando la nostra strategia, con le radici salde sul nostro territorio e una visione che vuole andare oltre i confini nazionali". Così Silvano Zilioli, Amministratore Delegato di Fandis ha tracciato le linee della visione dell’azienda per il futuro.

 

Specializzati in Thermal Management: da distributori a produttori

Nuovo membro del laboratorio, Fandis è stata fondata 37 anni fa nel Novarese. Il nome deriva dal termine inglese “fan distributor”, cioè “distributori di ventilatori”. Questa è l’attività con cui l’azienda è nata, specializzandosi in particolare sui ventilatori ad uso industriale di taglia piccola, dai pochi centimetri fino al massimo a 30 centimetri di diametro.

Alla distribuzione Fandis ha integrato gradualmente anche la produzione dei gruppi filtro per armadi elettrici, fino a sviluppare una vasta gamma di accessoristica per quadri elettrici: termostati, igrostati, riscaldatori, piccoli condizionatori, lampade a led... Anche i sistemi informatici vengono realizzati internamente da una piccolissima "software house” volta a progettare e implementare soluzioni su misura.

Inoltre, al core business incentrato sull’automazione e il thermal management si affianca un’attività parallela: la produzione di zanzariere e meccanismi per tende avvolgibili.

 

Sempre più internazionali

“Siamo abbastanza internazionalizzati dal punto di vista delle vendite - continua Silvano Zilioli - tanto che oltre il 50 per cento degli ordini della divisione thermal management è rivolto all’export. Diventare più internazionali anche dal punto di vista dell’assetto aziendale è un’ambizione e una speranza: oggi più che mai, limitarsi ad una visione entro i confini nazionali sarebbe una visione di corto respiro”.

Da quattro anni Fandis ha aperto una filiale negli Stati Uniti: un investimento che, nonostante l'inevitabile rallentamento dato dalla pandemia, sta iniziando a dare i primi frutti: “La nostra priorità massima è lo sviluppo dell’internazionalizzazione attraverso la nascita di “cloni” Fandis nei mercati che saranno individuati come particolarmente strategici per l'impresa” conclude il CEO di Fandis. Sarà interessante riuscire a interpretare i nuovi scenari della distribuzione internazionale B2B, una prospettiva che può nascondere grandi criticità ma anche svelare interessanti opportunità.

 

Digitalizzazione: una frontiera ancora da esplorare

Già 25 anni fa Fandis aveva portato avanti la scelta strategica di realizzare internamente i propri sistemi informatici: dispone di un ERP proprietario e ha sfruttato appieno l’opportunità dei finanziamenti messi a disposizione con il piano Industria 4.0 proprio grazie alla sua predisposizione alla digitalizzazione. Affrontare la pandemia, però, ha messo in evidenza alcune difficoltà: “La digitalizzazione offre enormi opportunità di sviluppo - precisa Zilioli -, solo conoscendo meglio i nostri punti di forza e di debolezza possiamo agire per coglierle: in questo percorso le persone sono fondamentali".

 

Scommettere sulle persone per investire sull’innovazione

Gli strumenti sono importanti, ma saperli usare lo è ancora di più: per questa ragione vorremmo riuscire ad attrarre giovani talenti, da un lato, e accompagnare verso il cambiamento tutte le persone che lavorano con noi” spiega Zilioli.

Introdurre nuove tecnologie, infatti, significa soprattutto sviluppare nuove competenze. La digitalizzazione si traduce in una trasformazione organizzativa in cui il grande patrimonio di know how acquisito viene messo a fattore comune superando la resistenza al cambiamento e si passa da un approccio competitivo ad uno collaborativo. Ecco perché il reskilling diventa un aspetto prioritario per l’azienda, accanto all’inserimento di nuovi talenti.

Per un’azienda medio-piccola, di provincia, che non offre il prestigio di un grande brand internazionale, riuscire ad essere attrattivi è una sfida determinante. Le generazioni più giovani scelgono un’azienda domandandosi come la loro scelta lavorativa si integra con i loro valori personali e, più in generale, la qualità della vita. In sintesi, valutano le opportunità lavorative anche in base alle scelte dell’azienda per quanto riguarda la sostenibilità.

 

Sostenibilità a misura di PMI

La sostenibilità rappresenta sempre di più un prezioso valore aggiunto per distinguersi. In particolare, la sostenibilità sociale è un tema molto ampio e complesso da gestire, soprattutto per imprese di dimensioni medio piccole: allo stesso tempo è un aspetto di grande valore che può fare la differenza nel rapporto dell’azienda con la comunità che la circonda e nella cura del benessere aziendale.

“Ora la sostenibilità può essere percepita come un onere perché non garantisce un ritorno immediato - conclude l’Amministratore Delegato di Fandis - ma rappresenta la direzione imprescindibile per una strategia pianificata che va focalizzata concretamente rispetto alla visione di ogni impresa”.